Il futuro è tornato

 Alla (ri)scoperta del fantastico in Italia

 

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Con la prossima Rassegna cinematografica, vogliamo portare l’attenzione  su un genere italiano quasi del tutto trascurato: il fantastico.

Già nei primi del Novecento il nostro cinema era attraversato da una piccola grande crisi: il fantastico, per quanto avesse ispirato il cinema delle origini, e oltralpe il talento illusionistico di George Méliès (destinato a diventare protagonista di uno degli ultimi film di Scorsese), lentamente stava cominciando a essere esiliato dal mercato, in favore d’una produzione “d’altro stampo”.

Al contrario, con questa iniziativa si intende dimostrare che il fantastico italiano deve, e può esistere, non solo in quanto genere d’intrattenimento, ma anche, e soprattutto, quale strumento di cultura.

Dal panorama produttivo italiano si sono voluti selezionare film belli, significativi ma poco conosciuti: la recente pellicola del fumettista Gipi, dal titolo L’ultimo terrestre (in programma venerdì 28, con un intervento introduttivo di Carlo Dorofatti); L’invenzione di Morel (di Emidio Greco, 1974), insolita pellicola italiana dalle atmosfere surrealiste (in programma sabato 29); e infine Il cappotto (1952), con il quale Alberto Lattuada riportò sugli schermi italiani, durante gli anni d’oro del Neorealismo, un cinema fantastico tra commedia e dramma, con venature surreali e gotiche (in programma domenica 30, con introduzione a cura di Nino Rinaldi).

Tutte le proiezioni avverranno c/o la Sala comunale F. Boccarini di Amelia (TR).

Iniziativa in collaborazione con il Comune di Amelia, Ass.to alla Cultura.

Qui di seguito il programma dettagliato.

Amelia (TR)

Sala Flavio Boccarini – P.zza Augusto Vera, 10

  

Venerdì 28 novembre – ore 21.00

L’ultimo terrestre

Un film di Gian Alfonso Pacinotti

Italia, 2011 – durata 100 min.

Prima del film:

C’è grossa crisi: da Quelo all’ultimo terrestre

Intervento di Carlo Dorofatti, scrittore, ricercatore spirituale

La storia è tratta dalla raccolta di racconti “Nessuno mi farà del male” di Giacomo Monti.
Gli alieni stanno per invadere la Terra, l’hanno annunciato pure i Governi. Ma la notizia non entusiasma nessuno. Arrivati gli extraterrestri, trovano un Paese stanco e disilluso, in una crisi economica conclamata e gravissima. Le reazioni delle persone alla loro venuta vanno da quella razzista a strampalate interpretazioni mistico-religiose. In questo ambito si trascina tra Pontedera e Tirrenia la vita monotona di Luca Bertacci, un uomo che, abbandonato dalla madre quando era piccolo, è cresciuto nell’odio per le donne, si è consumato nella diffidenza e, soprattutto, nell’incapacità di provare sentimenti per chiunque. Ma l’arrivo degli extraterrestri cambia ogni prospettiva.

Gli alieni non rappresentano i cattivi, ma hanno capacità di distinguere il bene dal male, e sbarcano in una società umana che, al contrario, non ha più chiari i propri valori, confusa e disillusa. (Gipi)

“Un film diverso, surreale e divertente nel quale la storica provocazione di Orson Welles diventa oggi, tra spunti di fantasia e realtà quotidiana, un apologo sulla solitudine esistenziale in un mondo in cui i veri alieni sono, forse, proprio tra i terrestri. Un film che offre uno sguardo inedito sulla società e sugli affetti, ben sostenuto dagli interpreti e soprattutto da un protagonista che è un’autentica rivelazione.” Dalla motivazione per il premio “Francesco Pasinetti” come Migliore Opera Prima presentata al 68° Festival di Venezia.

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Sabato 29 novembre – ore 21.00

L’invenzione di Morel

Un film di Emidio Greco

Francia, Italia 1974 – durata 110′ min.

Un naufrago approda in barca su un’isola che sembra abbandonata come i suoi bizzarri edifici. Oltre a un’affascinante giovane donna che lo attira, incontra esseri umani, enigmatici nella loro anacronistica eleganza, dai quali, però, non è visto. Scopre che sono le proiezioni di una macchina, inventata e gestita da Morel che intendeva donare agli altri l’immortalità. Sono “morti viventi”, costretti a ripetere all’infinito gesti, discorsi, riti borghesi. Disperato, privo di mezzi per sopravvivere, l’uomo distrugge la macchina, ma rimane vittima dei suoi raggi mortali.

Tratto dal primo e celebre romanzo (1940) dell’argentino Adolfo Bioy Casares, grande amico e collaboratore di J.L. Borges, sceneggiato da Andrea Barbato col regista, è un film d’esordio anomalo nel panorama del cinema italiano degli anni ’70, di affascinante eleganza illustrativa, sorretto da contributi di prim’ordine: fotografia panoramica di S. Ippoliti, musiche di Nicola Piovani (con una canzone cantata da Laura Betti), inventiva scenografia di Amedeo Fago. Esterni a Malta.

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Domenica 30 novembre – ore 18.00

Il cappotto

Un film di Alberto Lattuada

Italia 1952 – b/n durata 85′ min.

Presentazione a cura di Nino Rinaldi, storico del cinema

Dal racconto (1842) di Nikolaj Gogol’: a Pavia negli anni ’30 Carmine de Carmine è un umile scrivano comunale che spera in un avanzamento nella scala sociale. L’acquisto di un bel cappotto nuovo dovrebbe essere il primo passo, ma gli viene rubato. Ne morrà di crepacuore.

Uno dei primi film italiani d’autore a svincolarsi dal nodo neorealista. Sceneggiato da Luigi Malerba e Cesare Zavattini, il film raffredda la dimensione patetica e melodrammatica del racconto gogoliano e ne accentua razionalmente quella ironica e satirica in equilibrata coesistenza tra realistico e fantastico. Suggestiva ambientazione a Pavia e ottima prova di R. Rascel nel suo primo ruolo drammatico.

 

Per tutti gli eventi: ingresso con tessera OV 2014 e sottoscrizione