Woody Allen è nato a New York il 1º dicembre 1935: noi lo festeggiamo con questa mini-rassegna-omaggio
Amelia – Sala comunale F. Boccarini
Venerdì 5 dicembre – ore 21.00
Manhattan
Manhattan è un film del 1979 diretto da Woody Allen. Fu presentato fuori concorso al 32º Festival di Cannes.
Presentazione a cura di Stefano Del Signore, critico cinematografico
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Sabato 6 dicembre – ore 21.00
Woody
Un documentario del 2012 diretto e sceneggiato da Robert B. Weide, presentato al Festival di Cannes 2012.
Il film prova a fare il punto su una carriera strabiliante e lo fa partendo dall’uomo Allan Konigsberg, dal suo quartiere di Brooklyn, dal cinema dietro l’angolo che non c’è più, sostituito da un centro medico senza charme, dalla macchina da scrivere, la stessa da quarant’anni, dai ricordi di famiglia, brevi ma preziosi, della madre e della sorella.
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Domenica 7 dicembre – ore 18.00
La rosa purpurea del Cairo
La rosa purpurea del Cairo è un film del 1985 diretto da Woody Allen ed interpretato, fra gli altri, da Mia Farrow, Jeff Daniels e Danny Aiello. È stato presentato fuori concorso al 38º Festival di Cannes.
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Un pò di Woody….
Regista, sceneggiatore, attore, clarinettista, compositore, scrittore e commediografo statunitense, tra i principali e più celebri umoristi dell’epoca moderna, grazie all’intensa produzione cinematografica (una media di quasi un film all’anno) e ai testi comici e alle gag che ha iniziato a comporre già in età adolescenziale.
Lo stile raffinato e spesso cerebrale l’ha reso uno degli autori più rispettati, punto di riferimento della commedia americana moderna: è considerato “il più europeo” tra i registi d’oltreoceano, sia per le tematiche affrontate sia per il successo dei suoi film, da sempre maggiore nel Vecchio continente che in patria.
I temi affrontati da Allen – dalla crisi esistenziale degli ambienti intellettuali e alla rappresentazione spesso autoironica della comunità ebraica newyorkese – dalla critica alla borghesia fino alla critica del capitalismo – rispecchiano la sua passione per la letteratura, la filosofia, la psicoanalisi, il cinema europeo, e soprattutto per la sua città natale, New York, dove vive e dalla quale trae continua ispirazione.
Nel 1995 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera al festival del cinema di Venezia.
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Genio umoristico americano ma amato anche e soprattutto in Europa per l’omaggio stilistico a grandi nomi del cinema come Bergman, Fellini e Lubitsch, Woody Allen guarda a loro per inventare un modo di fare cinema che si rinnova sempre.
Mostro di creatività, l’autore riesce spesso a lasciare il segno, a usare la cultura (anche di nicchia) per creare delle incredibili commedie umane che parlano direttamente allo spettatore.
Sia quello ingenuo che ride delle battute con leggerezza, sia quello più colto che apprezza la complessità delle intricate sceneggiature.
Un regista originale che scrive, recita, suona e gioca con la magia. Capace di mettere con le spalle al muro il pubblico, puntando il dito su ipocrisie e colpe non espiate, è un ottimo insegnante di vita.
Chi dimentica la scena di Manhattan in cui Woody registra “le cose per cui vale la pena vivere”? La lista è ricchissima: “il vecchio Groucho Marx tanto per dirne una, Joe Di Maggio, il secondo movimento della sinfonia Jupiter, Louis Armstrong, l’incisione ‘Potato Head Blues’, i film svedesi naturalmente, ‘L’educazione sentimentale’ di Flaubert, Marlon Brando, Frank Sinatra, le incredibili mele e pere dipinte da Cézanne, i granchi da Sam Wo, il viso di Tracy”.
Un elenco di cose seducenti e indimenticabili ma ne manca una che aggiungiamo noi: il cinema di Woody Allen.