The Art of Cinema and Steve McQueen
Da Hunger a Shame: lo status di prigionia dell’uomo contemporaneo
“Il bello deve ancora venire” ha detto di recente riferendosi al suo lavoro Steve McQueen, il regista europeo che più di tutti oggi è capace di raccogliere le diverse forme d’arte che ha nel cuore per fonderle in un film.
La ricerca della libertà attraverso la morte, come in Hunger, o quella della liberazione dall’ossessione, in Shame, restituiscono il corpo come mezzo d’espressione delle pulsioni e dei desideri più profondi dell’animo umano. Un corpo che degradandosi diventa arte, eterno messaggero della nostra presenza nel mondo.
Perché se la condizione umana è la trappola mentale, il corpo può essere la chiave per uscirne.
Amelia (TR)
Palazzo Petrignani – Sala dello Zodiaco
Via del Duomo, 3
Venerdì 22 aprile – ore 21.00
HUNGER
Un film di Steve McQueen
Con Michael Fassbender, Liam Cunningham, Stuart Graham, Brian Milligan, Liam McMahon
durata 96 min. – Gran Bretagna, Irlanda 2008 – v.o.sott.it.
Nel mese di marzo del 1981, nel carcere nordirlandese di Maze, alcuni detenuti dell’Ira, guidati da Bobby Sands, iniziano uno sciopero della fame per costringere il Governo inglese a riconoscere loro lo status di prigionieri politici. Dopo poco più di due mesi, però, Sands muore d’inedia e, in seguito, periscono altri nove reclusi. E gli inglesi non fanno alcuna concessione ai militanti dell’Ira.
Vincitore della Caméra d’or per la miglior opera prima del 61º Festival di Cannes e dell’European Film Awards per la miglior rivelazione – Prix Fassbinder 2008
Il più bel film politico dell’anno, e forse del decennio, è anche il più grande film religioso dell’anno, e forse del decennio. Fabio Ferzetti, Il Messaggero
(…) il Sands con il volto di Fassbender è potente, intenso o, come ha detto a proposito qualche critico, “cristologico”. Ed è anche un film dove la «Gran Bretagna riflette sul suo passato», come dice l’inglese McQueen. Un passato ancora recente, sanguinoso, dove il concetto di stato di diritto sembrò evaporare nella patria delle libertà individuali. Matteo Cruccu, Il Corriere della Sera
(…) McQueen si concentra sul progressivo, devastante deterioramento del suo corpo; e – mentre la limpida purezza della immagini eleva la cronaca a un livello di ascesi quasi mistica – lo spettatore si trova a interrogarsi sul suo posto nel mondo, sul “per cosa”, “come” e “quando” valga la pena di morire; o, al contrario, di vivere. Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa
————-
Sabato 23 aprile – ore 21.00
SHAME
Un film di Steve McQueen
Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware
durata 99 min. – Gran Bretagna 2011 – v.o.sott.it.
Brandon ha un problema di dipendenza dal sesso che gli impedisce di condurre una relazione sentimentale sana e lo imprigiona in una spirale di varie altre dipendenze. Nulla traspare all’esterno: Brandon ha un appartamento elegante, un buon lavoro ed è un uomo affascinante che non ha difficoltà a piacere alle donne. Al suo interno, però, è un inferno di pulsioni compulsive. Va ancora peggio alla sorella Sissy, bella e sexy, ma più giovane e fragile, la quale passa da una dipendenza affettiva ad un’altra ed è sempre più incapace di badare a se stessa o di controllarsi.
Shame è un film dalla potenza devastante, che esprime con spiazzante facilità e commovente bellezza le pulsioni di un uomo messo a nudo dalla sua dignità. Matteo De Simei, Ondacinema
Il film è stato presentato in concorso alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove il protagonista, Michael Fassbender, ha vinto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile.
Non siamo cattive persone: veniamo solo da un brutto posto. (Sissy a Brandon)
++++++
Steve McQueen
Steve McQueen, nato a Londra nel 1969, ha studiato al Chelsea College of Art and Design e al Goldsmiths College; lasciato quest’ultimo nel 1993, ha frequentato la Tisch School di New York. Tra le sue prime pellicole, Bear (1993) e Deadpan (1997). Nel 1999, con la sua mostra di sculture e fotografie presso il London Institute of Contemporary Arts, si è aggiudicato il Turner Prize. Nel 2007 espone le proprie opere alla 52a Biennale di Arti visive di Venezia. Nel 2009 espone nuovamente alla 53a Biennale di Arti visive di Venezia, all’interno del padiglione britannico, proponendo un film che vede protagonisti proprio i Giardini di Venezia (dove si tiene parte dell’esposto della Biennale), ritratti nel periodo meno chiassoso, evidenziando perciò la discrepanza tra i sei mesi che ogni due anni vedono quella zona protagonista, e i rimanenti diciotto, dove resta la desolazione. Per “Laeffe Film Festival”, Shame + Hunger (2013). Nel 2014 esce 12 anni schiavo, con Chiwetel Ejiofor.
+++++++
NOTE
Ingresso con tessera OV 2016 e sottoscrizione