Conoscere i propri diritti .. anche quelli che vorremmo
Proclamación solemne, Højtidelig proklamation, Feierliche proklamation, Solemn proclamation, Proclamazione solenne
È iniziata così, e in altre sette lingue, una storia che adesso è finita, e si è arricchita, in un libro intitolato Manuale dei diritti fondamentali e desiderabili.
Era il 18 dicembre 2000 e sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea si leggeva che «il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione proclamano solennemente quale Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea il testo riportato in appresso». Seguono 54 articoli, divisi in sette capitoli: Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia e Disposizioni generali.
I capi di Stato e di governo includevano così in questi articoli della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione un archetipo di Costituzione europea, ispirato ai più alti principi del vivere comune.
Il problema è poi vedere che la nostra comunità, in questo caso quella europea, quelle idee le ha lasciate molto spesso solo nelle proclamazioni solenni, anche se in 12 lingue.
La Carta del 2000 era stata elaborata da una commissione composta da un rappresentante di ogni Paese dell’Ue e da un rappresentante della Commissione europea, nonché da membri del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali.
Fondamentali e “paradossali”
Tra questi c’era anche Piero Melograni, storico, intellettuale e deputato italiano, scomparso il 27 settembre 2012. Sua moglie, Paola Severini Melograni, quattro anni fa aveva pensato di chiedere a lui, e a una serie di altri italiani illustri, un commento sui diritti fondamentali della Carta e anche su altri, definiti “paradossali”, in stretta relazione con altri principi di vita che nella nostra società moderna ed europea si stanno perdendo.
Ne è uscito un libro, ma forse meglio dire un’antologia, Manuale dei diritti fondamentali e desiderabili, che raccoglie, articolo dopo articolo, fondamentale o paradossale che sia, analisi, commenti e provocazioni che passano in rassegna i punti cardine della nostra vita moderna, e la sua qualità.
Art. 15 dei Diritti Paradossali
Diritto all’esistenza delle sale cinematografiche che proiettano film di qualità
La visione di un buon film rimane una delle esperienze più gratificanti della vita: tra i diritti desiderabili ci sarebbe quindi quello di poterselo godere, in santa pace, non sul tablet o sul televisore, ma in una sala cinematografica pensata e organizzata a questo fine.
“Nonostante il grande pubblico corra in massa a vedere prodotti scadenti che non ci arricchiscono intellettualmente ma contribuiscono a impoverirci anche economicamente, ci sono giovani (e sono tanti) che vogliono conoscere, studiare e infine amare il buon cinema e lavorare sulla sua storia”.
Noi siamo i luoghi, come scrive Armando Leone, gestore del Filmstudio a Roma, dove si tiene viva la cultura cinematografica, siamo “candele accese che vanno protette dal vento“.