Il diamante delle adolescenti: luminoso e leggero come un’estate infantile, fisico come un ginocchio sbucciato
Da Oltralpe due coming age (indipendenti) straordinari
I film di Céline Sciamma sono racconti dedicati a identità in farsi, a un femminile che può rivestire uno stereotipo, assecondare un’etichetta sociale, lasciarsi definire dall’ambiente, restando comunque irriducibile, singolare, in movimento.
Fluido – e c’è acqua, sempre… Transgenere, come Tomboy. Sfuggente, e rincorsa dalla mdp in tutti i battiti del cuore, alla ricerca di tutti i colori del buio, dei bagliori delle luci. Come fa Diamante nero.
Sciamma indaga l’universo femminile pre-adolescenziale (Tomboy) e quello adolescenziale o post-adolescenziale (Diamante nero). Ne indaga i confini, da un punto di vista intimo, ma in un preciso contesto sociale. Confini di età della vita (giovane) e confini identitari (sessuali, o, più in generale, di collocazione della persona in un contesto socio-economico preciso).
C’è il tumulto delle personalità in divenire tipico degli adolescenti. C’è la guerra, fisica e allegorica contro i padri e le madri e i fratelli maggiori; ci sono i corpi e il lavoro sui corpi; c’è una labile e quasi impercettibile definizione di gender.
Frammenti d’esistenza, nessuna didascalia, zero moralismo. C’è spazio per i sentimenti e per la loro complessità, sempre in relazione alle condizioni sociali, e pian piano vediamo formarsi dei caratteri umani perché in fin dei conti sono racconti di formazione.
Con uno stile capace come pochi di catturare le emozioni più segrete dell’animo femminile.
È un cinema istintivo e primordiale visivamente raffinatissimo, costruito sui contrasti e i contatti fisici, che riesce ad aggiornare inquietudini, incertezze e ribellioni dei personaggi di Truffaut, mettendo da parte malinconia e rimorsi nel tentativo di riprodurre idiomi e stili d’una gioventù errante e indecifrabile, dinamica e impaziente. (…). (Domenico Barone, da “Vivilcinema”, maggio-giugno 2015)
Amelia (TR)
Sala comunale F. Boccarini
P.zza Augusto Vera, 10
Venerdì 25 maggio – ore 21.00
TOMBOY
Regia di Céline Sciamma
Con Zoé Héran, Malonn Lévana, Jeanne Disson, Sophie Cattani, Mathieu Demy
durata 84 min. – Francia, 2011 – v.o.sott.it.
Facendosi credere un maschietto, e attirando così le attenzioni di Lisa, la piccola Laure andrà alla scoperta della propria sessualità.
Il film vince il Teddy Award al Festival di Berlino e procura alla regista un enorme successo di critica e pubblico, sancendone la notorietà internazionale.
Laure, io mi chiamo Laure! Laure/Mickäel (Zoé Héran)
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Sabato 26 maggio – ore 21.00
DIAMANTE NERO
Regia di Céline Sciamma
Un film con Karidja Touré, Assa Sylla, Lindsay Karamoh, Mariétou Touré
durata 112 min. – Francia, 2014 – v.o.sott.it.
Marieme ha visto i suoi 16 anni come una successione di divieti e proibizioni. La censura del quartiere, la legge dei ragazzi, le regole della scuola. Il suo incontro con tre ragazze cambia tutto. Loro ballano, litigano, parlano ad alta voce, ridono di tutto. Marieme diventa Vic ed entra nella band, a vivere la sua giovinezza.
“Le banlieusard cantano Rihanna, e la scena è inno di grazia e beltà, non visione apocalittica, post-pasoliniana, di gioventù corrotta e mercificata”. FilmTV
Il film apre la Quinzaine des réalisateurs al Festival di Cannes 2014 e da subito viene osannato dalla critica di tutto il mondo, ottenendo quattro candidature ai César e arrivando finalista al Premio Lux del Parlamento Europeo.
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NOTE
Ingresso con tessera OV 2018 e sottoscrizione
Graph Luigia Stefanucci
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Céline Sciamma
PONTOISE, Île-de-France (Francia), 12 novembre 1978
Regista e sceneggiatrice. Cresce nella periferia di Parigi in una famiglia di origine italiana. Dopo la laurea specialistica in letteratura francese segue i corsi di sceneggiatura alla prestigiosa scuola di cinema La Femis. Su consiglio dell’attore e regista Xavier Beauvois, membro della sua commissione d’esame, utilizza lo script di fine corso per esordire come regista con “Naissance des pieuvres” (2007). Il film viene presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2007 e riscuote subito un grande interesse, facendo ottenere a Céline il Prix Delluc come migliore opera prima e una candidatura ai César nella stessa categoria. Dopo alcuni lavori come sceneggiatrice, anche per la televisione, gira il cortometraggio “Pauline” (2009), realizzato grazie alla vittoria del concorso “Jeune et homo sous le regard des autres”, presieduto da André Téchiné e istituito per combattere l’omofobia. “Tomboy” è il suo secondo lungometraggio, che vince il Teddy Award al Festival di Berlino e procura alla regista un enorme successo di critica e pubblico, sancendone la notorietà internazionale. In veste di sceneggiatrice collabora nel 2012 alla serie televisiva “Les Revenants”, trasmessa da Canal+ e torna alla regia nel 2014 con “Diamante nero“, che apre la Quinzaine des réalisateurs al Festival di Cannes e viene da subito osannato dalla critica di tutto il mondo, ottenendo quattro candidature ai César e arrivando finalista al Premio Lux del Parlamento Europeo. Tra i suoi ultimi lavori , sempre come sceneggiatrice, figurano anche il film d’animazione “Ma vie de courgette” e il film di André Techiné, “Quand on a 17 ans“.
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Per la maggior parte, i volti stessi di quelle fanciulle si confondevano in quel rossore diffuso dell’aurora, da cui non erano ancor sorti i lineamenti veri. Non si vedeva che un colore incantevole, sotto al quale quello che sarebbe stato fra qualche anno il profilo non si distingueva ancora (…) L’adolescenza è anteriore alla solidificazione assoluta: ecco perché, accanto alle fanciulle, sentiamo quella freschezza che dà lo spettacolo delle forme che mutano senza posa, in una opposizione instabile che fa pensare a quella perpetua creazione degli elementi primordiali della natura che contempliamo davanti al mare.
Marcel Proust – Alla ricerca del tempo perduto. All’ombra delle fanciulle in fiore
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