IL CINEMA E IL SOGNO GITANO: ANCHE GLI ZINGARI VANNO IN CIELO
Rom, roma, tzigano, zingari, gitani, quasi il diavolo, nei secoli dei secoli. Con un dramma quanto, se non più pesante, di quello dei giudei, con una tragedia simile. Ma i rom transumano per il mondo, la loro non è diaspora, bensì abitudine. La casa, la terra i possedimenti, tutto. Né dei né eletti, liberi.
Un popolo di peregrinanti attraversa l’Europa, nella meraviglia del viaggio, suscitando paure, curiosità, entusiasmo: dire zingara significa dire erranza, volontà dell’essere umano di andare avanti, di cercare sempre il nuovo e l’ignoto.
E in fondo che cosa rappresenta il mondo gitano nell’immaginario filmico contemporaneo se non il germe perduto della genialità, del talento naturale e dell’improvvisazione?
Oppure la sola risposta possibile alla grigia uniformità della società, di cui il popolo gitano di bizzarri suonatori, di ladri, di indovine, di prostitute e di madri dal cuore grande, non è che l’eccezione alla regola, il confine oltrepassato della fantasia, della marginalità intesa come diversità e non-appartenenza al potere della logica, della progressione numerica, della distruzione sistematica?
I rom sono la minoranza più discriminata in Europa: ogni occasione è utile per provare a smontare la macchina del pregiudizio, gli stereotipi e i luoghi comuni su questo popolo.
Mi sono seduto
in un vuoto del tempo.
Era uno stagno
di silenzio,
di un bianco silenzio,
anello formidabile
dove le stelle
scontrano i dodici
numeri neri galleggianti.
Federico Garcia Lorca
++++++++
Amelia (TR)
Sala comunale F. Boccarini
P.zza Augusto Vera, 10
Venerdì 15 dicembre – ore 21.00
IL TEMPO DEI GITANI
Un film di Emir Kusturica
Con Bora Todorovic, Davor Dujmovic, Ljubica Adzovic, Branko Djuric, Husnija Hasimovic
durata 142 min. – Jugoslavia 1989
Il film non è più distribuito in Italia
Girato a Sarajevo, a Milano e a Roma, il film racconta la storia di un giovane Gitano, Perhan. Il ragazzo si trova nelle mani di un branco di malviventi che trafficano con gli esseri umani nella Jugoslavia precedente alla dissoluzione della repubblica titoista. I protagonisti finiranno nell’ambiente della microcriminalità milanese.
Vincitore del premio per la miglior regia al 42º Festival di Cannes.
“In un film che richiama il Fellini più visionario e le opere dense di personaggi di Bruegel, Kusturica fonde lirismo e miseria materiale e morale lasciandoci alla fine negli occhi e nel cuore immagini e momenti di lancinante bellezza” MyMovies
—————-
Sabato 16 dicembre – ore 21.00
Spettacolo/concerto
MIO ANGELO DI CENERE
da Notizie dall’esilio e Labambina
di Mariella Mehr
Fabio Turchetti – musiche, fisarmoniche e chitarre
Daniela Coelli – voce
Luca Congedo – flauti
Luca Garlaschelli – contrabbasso e tromba
Mariella Mehr, nata a Zurigo nel dopoguerra da madre zingara di ceppo Jenische, vittima dell’operazione Kinder der Landstrasse (bambini di strada), ha fatto della denuncia della persecuzione del suo popolo il centro della propria scrittura.
Gli Jenisch, una etnia nomade diffusa in particolar modo in Germania e in Svizzera negli anni’40, erano già stati vittime di una cruenta persecuzione nazista, in nome della famigerata politica razziale, nei campi di sterminio di mezza Europa.
Già nella primissima infanzia fu strappata alla madre per essere consegnata a famiglie affidatarie, orfanatrofi, istituti psichiatrici, in quanto la rottura totale tra il bambino e il suo universo familiare era ritenuta condizione indispensabile per l’estirpazione del fenomeno zingaro.
È da questa esperienza di sradicamento, segregazione e colpevolizzazione che nascono tutte le opere della Mehr, in particolare i romanzi della “trilogia della violenza”, di cui “Labambina” fa parte, e la raccolta di poesie” Notizie dall’esilio”, alcune delle quali musicate da Fabio Turchetti nell’album Mio Angelo di Cenere.
Dall’album nasce e prende nome questo spettacolo/concerto, tratto appunto da queste due opere, di Fabio Turchetti (musiche, fisarmoniche e chitarra) e Daniela Coelli (voce), a cui si aggiungono Luca Garlaschelli (contrabbasso e tromba) e Luca Congedo (flauti).
Le musiche giocano sul contrasto festa-tragedia, tipico del mondo zingaro, dove si battono le mani, si balla vestiti di colori sgargianti, mentre si sta cantando la disperazione di un popolo.
I testi scelti dalle opere della Mehr costituiscono la narrazione poetica in immagini di destini segnati dalla persecuzione del “popolo errante”, che qui viene evocata non tanto nella concretezza dei fatti, quanto nelle cicatrici emotive e in un visionario esilio in cui ricomporre ataviche memorie, con un linguaggio che usa la lama del paradosso.
—————–
Domenica 17 dicembre – ore 18.00
A CIAMBRA
Un film di Jonas Carpignano
Con Pio Amato, Koudous Seihon
durata 117 minuti – Italia, Francia, Germania, 2017
Pio, 14 anni, vive nella piccolo comunità Rom denominata A Ciambra in Calabria. Beve, fuma ed è uno dei pochi che siano in relazione con tutte le realtà presenti in zona: gli italiani, gli africani e i suoi consanguinei Rom. Pio segue e ammira il fratello maggiore Cosimo e da lui apprende gli elementi basilari del furto. Quando Cosimo e il padre vengono arrestati tocca a Pio il ruolo del capofamiglia precoce che deve provvedere al sostentamento della numerosa famiglia.
“Efficace e partecipe ritratto di un mondo che molti preferiscono non conoscere e disprezzare”. MyMovies
Presentato a Cannes 2017 alla Quinzaine des Realisateurs, e vincitore dell’Europe Cinema Label. Rappresenta il cinema italiano alla selezione dell’Oscar per il miglior film straniero.
+++++++++++
NOTE