Liberi di sparare? Alienazione, noia suburbana, violenza pop
Dopo l’ennesima strage sul territorio statunitense, resa possibile dall’indiscriminata diffusione delle armi da fuoco, abbiamo selezionato alcuni film paradigmatici, che tentano di mostrarci quanto complessa, oggi, sia la relazione tra l’America e le armi d’assalto.
La più sanguinosa guerra che gli Usa combattano – a prescindere dalle ragioni che muovono questi gesti – si dipana sul proprio territorio, nelle proprie case (aumenta anche il numero dei bambini uccisi per incidente con armi da fuoco, 326 fra gennaio 2014 e giugno 2016), nelle scuole, nei luoghi pubblici, negli eventi di richiamo come il concerto di Las Vegas interrotto dalla morte.
[Procurarsi con facilità armi è un problema sotto ogni punto di vista. Uno studio dello scorso anno firmato dall’Università di Harvard e dalla Northeastern sosteneva per esempio che il 3% degli adulti possiede la metà di tutte le armi in circolazione. Le stime parlano di 265 milioni di pezzi in mano a privati, in media più di un’arma a testa se si contano solo gli americani adulti e senza tenere presenti le forze dell’ordine e l’esercito. Mentre i possessori reali sono 55 milioni. Un Paese armato fino a denti].
Mentre il dibattito, come sempre accesissimo, fra le organizzazioni che si battono per una più stringente regolamentazione come la Everytown for Gun Safety e la potente National Rifle Association prosegue senza dare grandi frutti e ruotando spesso intorno a questioni di assoluto principio legate al secondo emendamento alla Costituzione statunitense, i numeri (e la cronaca) non sembrano lasciare scampo: i “mass murder” continuano a lasciare sul campo gente innocente falciata dalla follia, dalla violenza, dal terrorismo o dal crimine e che troppo facilmente si procura i propri strumenti di morte.
[Nel 2015 le stragi furono 330, i morti 367 e i feriti 1.318. L’anno prima 280 eventi con 272 morti e 1.120 feriti. Nel complesso però, al di fuori di questi avvenimenti di massa di cui la strage di Vegas promette di essere la peggiore della storia americana, le armi leggere costano circa 30mila vite l’anno, negli Stati Uniti. Uno stillicidio quotidiano].
“Perché nessuno fa niente?” è la domanda che accompagna i carrelli di volti, aule, strade infettate dalle stragi con le armi da fuoco. Povertà, ingiustizie sociali, pulp da videogame, passione per il servizio militare: quale sarà l’ultimo dei moventi? Chi, tra loro, diventerà un giustiziere a piede libero?
Amelia (TR)
Sala comunale F. Boccarini
P.zza Augusto Vera, 10
Venerdì 20 ottobre – ore 21.00
Elephant
Un film di Gus Van Sant
Con Eric Deulen, Alex Frost, Elias McConnell, Timothy Bottoms, Matt Malloy.
durata 81 min. – USA 2003 – v.o.sott.it.
«Un giorno qualunque di scuola superiore. Peccato che non lo è.»
Il 20 aprile 1999 due adolescenti entrano nel liceo di Columbine a Littleton, Colorado. Sono armati di mitra, fucile e bombe a mano. Dodici studenti e un professore vengono uccisi, decine di altri allievi e docenti feriti. Questa è la cronaca, minuto per minuto, di quello che inizia come un giorno qualunque e si trasforma all’improvviso in un giorno impossibile da dimenticare.
Il film vinse, al Festival di Cannes nel 2003, sia la Palma d’oro, sia il premio per la miglior regia. Per assegnare entrambi questi riconoscimenti, la giuria dovette chiedere una deroga al regolamento, che vieta di tributarli tutti e due allo stesso film.
– Si possono ancora comprare le bandiere naziste?
– Certo, se sei cretino.
Alex e Eric
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Sabato 21 ottobre – ore 21.00
Bowling a Columbine
Un film di Michael Moore
Con Michael Moore
Documentario, durata 120 min. – USA 2002 – v.o.sott.it.
Il film non è più distribuito in Italia
L’inarrestabile e corpulento autore di _Roger & Me_ e di _The Big One_ tenta di rispondere al quesito: “Siamo una nazione di maniaci delle armi, o siamo semplicemente pazzi?”. Lo spunto è dato dalla strage alla Columbine High School, dove nel 1999 due studenti uccisero dodici compagni e un insegnante prima di spararsi.
Immagini inedite e strabilianti: dalle registrazioni a circuito chiuso dell’interno della mensa la mattina del massacro, alle accuse degli studenti gravemente feriti che se la prendono con le grandi industrie colpevoli di vendere troppo facilmente le armi, alle domande poste a Charlton Heston (presidente della National Rifle Association) nella sua villa a Beverly Hills.
Vincitore del premio Oscar 2003 come miglior documentario
Presentato in concorso al Festival di Cannes, ha ricevuto il Premio del 55º Anniversario
“Premiato a Cannes 2002, il documentario di Moore è una lucida analisi dell’ossessione squisitamente americana per le armi da fuoco; nonché un atto d’accusa alla Nra, la National Rifle Association, ovvero la lobby di fabbricanti d’armi che controlla importanti settori dell’economia e dell’opinione pubblica. Come sempre, Moore dice cose estremamente serie con stile graffiante, veloce, qua e là divertentissimo: vederlo in azione, con la sua mole ingombrante e l’eterno berrettino da baseball, è a suo modo comico; ma il “messaggio” che arriva è sempre una stilettata per le coscienze. Memorabile l’irruzione in casa di Charlton Heston, da sempre sponsor e portavoce della Nra; ma anche l’intervista con Marilyn Manson è da antologia. _Bowling a Columbine_ è – per fortuna – il trionfo del politicamente scorretto”. FilmTV
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Domenica 22 ottobre – ore 18.00
LA MIA VITA DA ZUCCHINA
Un film di Claude Barras
Con Gaspard Schlatter, Sixtine Murat, Paulin Jaccoud, Michel Vuillermoz, Raul Ribera
Animazione, durata 66 minuti – Svizzera, Francia, 2016
Realizzato interamente in stop-motion, il film vede come protagonista è un bambino di 9 anni soprannominato Zucchina, che dopo la scomparsa della madre viene mandato a vivere in una casa famiglia: grazie all’amicizia di un gruppo di coetanei, tra cui spicca la dolce Camille, riuscirà a superare ogni difficoltà, abbracciando infine una nuova vita.
“L’opera diretta da Claude Barras e scritta da Céline Sciamma, non è la versione 2.0 di una favola grigia, fredda e angosciante, bensì si propone come l’esatto opposto: riempie il cuore di chi guarda col suo calore, con la sua positività, con le sue fini battute e con le tante coloratissime immagini. È una poesia che attinge al reale, che parla delle brutture e dei vari dolori che possono colpire i piccoli durante l’infanzia, per puntare sulla forza di fratellanza e solidarietà, sugli effetti benefici di altruismo, integrazione e tolleranza, sulla bellezza degli esseri umani.” (Masedomani.com)
Presentato al Festival di Cannes 2016 nella Quinzaine des Réalisateurs. Premio del Pubblico come Miglior film europeo al Festival di San Sebastian. Una candidatura a Premi Oscar, una candidatura a Golden Globes, ha vinto un premio agli European Film Awards, tre candidature e vinto un premio ai Cesar.
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