Il fantastico realistico:
viaggio nell’universo carpenteriano
Cit. n. 1
Lavorare con molti o pochissimi soldi è la stessa cosa… è tutta una questione di saper raccontare una storia.
Cit. n. 2
In Inghilterra sono un regista di film horror. In Germania sono un autore di film. Negli Stati Uniti sono un poveraccio.
Cit. n. 3
Non voglio far parte della massa. Voglio essere un individuo. Mi porto cucito addosso con orgoglio ognuno dei miei film. Ecco perché tengo a tutte le critiche negative che ricevo. Se i critici cominciassero ad apprezzare i miei film sarei in guai seri.
Pochi registi, rigorosamente destinati al culto, sono riusciti a creare opere così straripanti come John Carpenter.
Come se le immagini dei suoi film fossero imprigionate su uno schermo sempre troppo piccolo, pronte a balzarne fuori o a continuare, nel loro susseguirsi, sulle pareti della sala cinematografica.
E pochi sono anche i registi che sono riusciti ad usare la macchina da presa in modo così autoriale, mascherando film di denuncia socio-politica da gioielli dell’horror e della fantascienza.
John Carpenter ha creato alcuni dei più intensi, geniali, influenti e fortunati film della storia del cinema: nessuna sbavatura, nessuna concessione, spiazzanti per impatto ed essenzialità.
Poche parole e molta azione, anche se i dialoghi, intrisi di ironia, humor e frecciate politiche, ben descrivono le situazioni spesso claustrofobiche in cui sono intrappolati i suoi personaggi.
Carpenter sfrutta le forme usuali della narrazione popolare per sviluppare una profonda riflessione sull’immagine e sulla sua ambiguità, in cui bene e male si confondono e si sovrappongono, senza mai una definitiva liberazione.
Sarebbe tuttavia riduttivo identificare John Carpenter solo come regista di horror o di fantascienza, dal momento che i suoi film, profondamente influenzati dal western, si pongono come sguardo critico e iperbolico sul mondo contemporaneo, con tutte le ansie legate ai problemi sociali e razziali dell’America dei nostri tempi.
A fine agosto il regista sarà in Italia per alcuni dei concerti più inaspettati ed attesi della stagione: prima al Todays Festival di Torino e poi all’Auditorium di Roma, Carpenter e la sua band porteranno, oltre a brani delle sue due più recenti fatiche musicali, proprio i temi delle pellicole che lo hanno reso director ormai leggendario.
Anche per questo noi vogliamo omaggiarlo passando in rassegna alcuni tra i suoi film più celebri (rassegna pensata in collaborazione con Paolo Romanucci, critico cinematografico).
Amelia (TR)
Sala F. Boccarini
P.zza Augusto Vera, 10
Venerdì 9 settembre – ore 21.00
1997 – FUGA DA NEW YORK
Un film di John Carpenter
Con Kurt Russell, Lee Van Cleef, Donald Pleasence, Isaac Hayes, Ernest Borgnine
durata 99 min. – USA 1981 – v.o. sott.it.
Presentazione della Rassegna a cura di Paolo Romanucci, critico cinematografico
New York 1997. Da nove anni un muro invalicabile isola dal resto del mondo Manhattan, trasformata in un penitenziario a cielo aperto e dove vengono confinati a vita i più pericolosi criminali. Vittima di un dirottamento aereo, il presidente degli Stati Uniti precipita all’interno della colonia penale. Per salvare il presidente, il governo decide di infiltrare Snake Plissken, ex eroe di guerra condannato per rapina, a cui viene promessa la libertà se riporterà sano e salvo il presidente e un nastro magnetico.
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Sabato 10 settembre – ore 21.00
LA COSA
Un film di John Carpenter
Con Kurt Russell, Wilford Brimley, T.K. Carter, David Clennon, Keith David
durata 109 min. – USA 1982 – v.o. sott.it.
In una base scientifica in Alaska, una creatura aliena precipitata sulla Terra minaccia la sopravvivenza di tutti. Essa, infatti, ha la facoltà di assumere le sembianze degli esseri con i quali viene a contatto. Per gli uomini della base il problema è scoprire di quale corpo l’alieno si sia impadronito.
Remake della Cosa da un altro mondo del 1951, ma più fedele al racconto di Campbell dal quale è tratto.
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Venerdì 16 settembre – ore 21.00
IN THE MOUTH OF MADNESS
Un film di John Carpenter
Con Sam Neill, Charlton Heston, Julie Carmen, Jürgen Prochnow, Hayden Christensen
durata 103 min. – USA 1994 – v.o.sott.it.
Rinchiuso in manicomio a seguito di una acuta crisi, un uomo racconta al medico di essere John Trent, investigatore privato incaricato di ritrovare Sutter Cane, autore di bestseller dell’horror, misteriosamente scomparso. Trent lo ha cercato a Hobb’s End, un paese non segnato sulle carte, in cui Cane ha ambientato il suo precedente romanzo. E Trent pensava ad un espediente pubblicitario. Invece…
Uno degli horror più “gotici” e più complessi, dove la dimensione metafisica assume la valenza di un rovello intellettuale. Un viaggio scandito dall’angoscia attraverso gli inquietanti meandri della mente umana e nei labirinti della manipolazione delle masse. Una progressione narrativa implacabile.
Sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli… se un giorno i pazzi fossero la maggioranza, lei si ritroverebbe dentro una cella imbottita… Linda Styles
Io penso, dunque lei esiste. [Jürgen Prochnow a Sam Neill]
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Sabato 17 settembre – ore 21.00
GROSSO GUAIO A CHINATOWN
Un film di John Carpenter
Con Kurt Russell, Kim Cattrall, Dennis Dun, James Hong, Victor Wong
durata 99 min. – USA 1986 – v.o.sott.it.
Due amici, l’americano Jack Burton e il cinese Wang-Chi, si recano all’aeroporto di San Francisco a ricevere – in arrivo da Pechino – la bella Suzee Pai, fidanzata di Wang-Chi. Ma la ragazza dagli occhi verdi viene subito rapita da una banda di scalmanati, alla quale inutilmente tentano di resistere i due amici. Inizia l’inseguimento fino a Chinatown, e una lunga serie di spettacolari avventure a colpi di “kung-fu”.
Considerato dal regista “un film di azione, di avventura, di arti marziali cinesi, una storia di spiriti e mostri e una commedia”. Esplosivo e immaginifico, è forse l’esperimento più riuscito in relazione all’eterogeneità dei generi cui fa riferimento: dal western (originariamente il film doveva ambientarsi nell’Ottocento e Burton avrebbe dovuto spostarsi su di un cavallo invece che su un camion) al fantasy, passando per l’horror e per le arti marziali cinesi.
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«John Carpenter è uno dei Maestri più assoluti del genere, un interprete delle più svariate nevrosi contemporanee relative alla crisi dell’identità umana.
(…) è uno dei Re del Cinema dell’enigma senza soluzione, un Maestro e uno dei più amati dal pubblico maschile, soprattutto perché il suo cinema parla di uomini agli uomini. Uomini che sono al centro dell’apologo sulle tragedie. Uomini che, in fin dei conti, sono tutti uomini invisibili e che riescono a prendere ogni forma e occupano ogni posizione all’interno della realtà, indipendentemente dal fatto che superino o meno il confine che sta fra il Bene e il Male.
(…) Come si può non essere conquistati da questo guerrigliero dalla cinepresa sovversiva? Come si può non rimanere affascinati dalla sua non omologazione ai rigidi meccanismi dell’establishment? Come si può non amare La cosa, che è il suo capolavoro, anzi un vero e proprio capolavoro del cinema?
“Ho fatto quello che dovevo e ne ho pagato lo scotto”. E noi lo ringraziamo, perché è a quel prezzo che abbiamo avuto John Carpenter.» Fabio Secchi Frau (MyMovies)
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NOTE
Ingresso con tessera OV 2016 e sottoscrizione
Grafica a cura di Luigia Stefanucci