La diva con la pistola: omaggio oltrevisibile a Monica Vitti, attrice musa del cinema italiano
Io volevo farti felice.
Quando ci siamo incontrati avevo vent’anni: io ero felice!
dal film L’eclisse (1962) [Monica Vitti è Vittoria]
Monica Vitti è una delle attrici italiane più straordinarie: celebri i film per il cinema per cui ha recitato, indimenticabili le sue incursioni sul piccolo schermo, senza dimenticare il suo impegno sui palchi teatrali più prestigiosi.
Monica Vitti è anche un ventaglio di personaggi e generi. Dal comico, al drammatico, dal tragico all’avanspettacolo di Polvere di stelle.
Il nostro (piccolo) personale omaggio ad una delle più eclettiche, poliedriche artiste del nostro cinema e teatro passa per la recente uscita del libro di Chiara Ricci e per la visione del film che la lanciò come attrice brillante e ironica, una delle colonne della commedia all’italiana.
Monicelli racconta: “Nonostante facesse dei film con Antonioni, interpretasse personaggi da film muto, personaggi misteriosi, d’altri tempi, nella vita invece era vivace, divertente, piena d’umorismo”.
“Ho pochi ricordi. O forse, non ho memoria” (Monica Vitti)
Amelia (TR)
Palazzo Petrignani – Sala dello Zodiaco
Via del Duomo, 3
Sabato 14 maggio – ore 21.00
Presentazione del libro
MONICA VITTI. RECITARE È UN GIOCO
di Chiara Ricci
AG Book Publishing, 2016
Insieme all’Autrice interverrà Nino Rinaldi, storico del cinema italiano
Il ritratto di un’attrice che nella sua carriera non ha mai perso il senso del gioco, che con la sua intensità di interprete e la prorompente ironia è riuscita a imporsi sia nel genere drammatico che nel comico, trasformando il suo talento in Arte.
In questo libro Chiara Ricci racconta Monica Vitti attraverso interviste, materiale di repertorio, di ricerca e di studio da cui emergono la genialità, la simpatia e la forza di un’interprete che al cinema è passata con altrettanta bravura dal dramma alla commedia, lavorando con registi quali Michelangelo Antonioni e Mario Monicelli, Ettore Scola e Dino Risi, e conquistando fama e successo in Italia e all’estero.
Ampio spazio è dedicato anche ai suoi ruoli teatrali e televisivi, in uno straordinario percorso artistico che le ha fatto meritare il costante apprezzamento della critica e l’amore incondizionato del pubblico.
[Chiara Ricci – Nata a Roma nel 1984, si è laureata in DAMS-Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo e ha poi conseguito la laurea magistrale con lode in Cinema, Televisione e Produzione multimediale. Scrittrice e critica teatrale e cinematografica, ha pubblicato il volume Anna Magnani – Vissi d’arte, vissi d’amore, con il quale ha vinto il Premio Internazionale Giuseppe Sciacca; il saggio dal titolo Napoli terra d’amore: The Eye on the Screen of Elvira Notari, in Italian Women Filmmakers and the Gendered Screen, edito negli Stati Uniti d’America (2013); le monografie Signore & signori… Alberto Lionello (AG Book Publishing, 2014) e Valeria Moriconi. Femmina e donna del Teatro italiano (AG Book Publishing, 2015)].
A seguire:
LA RAGAZZA CON LA PISTOLA
Un film di Mario Monicelli
Con Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Stanley Baker, Tiberio Murgia, Stefano Satta Flores
durata 102 min. – Italia 1968
Assunta Patanè è una siciliana orfana di padre e senza fratelli maschi, che dopo essere stata sedotta e abbandonata da un uomo, decide di vendicarsi della vergogna subita, inseguendo l’uomo fino in Gran Bretagna. Nel Paese anglofono scopre un mondo nuovo e soprattutto trova la sua emancipazione.
Questo film segnò una svolta nella carriera di Monica Vitti: fino ad allora infatti era stata impegnata solo in ruoli drammatici, ma Monicelli, che ne aveva intuito le capacità comiche (come aveva già fatto 10 anni prima con Vittorio Gassman), la lanciò come attrice brillante e ironica, tanto da farla diventare in seguito una delle colonne della commedia all’italiana.
Nastro d’argento 1969 a Monica Vitti e Premio al Festival di S. Sebastiano come migliore attrice. David 1969 per migliore produzione a Gianni Hecht Lucari e migliore attrice a Monica Vitti. Nomination all’Oscar 1969 per miglior film straniero.
“Sola in casa con un uomo non ci sto” – “Tu uomo, io donna e tu guardi la tivù” – “L’uomo è uomo e ci deve provare, ma la donna è donna e si deve difendere”. (Monica Vitti)
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NOTE
Ingresso con tessera OV 2016 e sottoscrizione
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Monica Vitti
Studente all’Accademia d’Arte Drammatica, esordisce in teatro nel 1953 dando prova delle sue ottime capacità affrontando Shakespeare e Moliére e poi in televisione. Commediante versatile, passò dai ruoli comico-brillanti a partire dal 1955 (Ridere, ridere. Ridere) a quelli drammatici o, comunque, meno estemporanei e più complessi. Anche sulle scene fu diretta prima da M. Amendola in Le dritte (1958) e poi da M. Antonioni, di cui fu dal 1959 musa ispiratrice oltre che interprete e compagna per alcuni anni (Io sono una macchina fotografica di J. Van Druten, Ricorda con rabbia di J. Osborne); nel 1958 affrontò I capricci di Marianna di Musset e nel 1964 Dopo la caduta di A. Miller. Tra le interpretazioni televisive spicca, nel 1962, quello nelle Notti bianche di Dostoevskij (di V. Cottafavi).
Ma fu il cinema a darle notorietà internazionale con la trilogia di Antonioni L’avventura (1959), La notte (1960), L’eclisse (1962), conclusa poi da Deserto rosso (1964), in cui essa creò quattro diverse immagini dell’inquietudine e della nevrosi femminili, in un’analisi di isolamento e decadenza morale della contemporanea società borghese priva di qualsiasi speranza.
Attrice intensa, sessuale, realmente problematica, scontrosamente eclettica, interprete eccezionale dell’angoscia e del vuoto esistenziale, preferì poi la commedia all’italiana (in questo grande fu il ricordo della Magnani), fino ad allora genere monopolizzato dagli uomini, insistendo però nella recitazione con una sfumatura di grottesco, ottenendo grande successo di pubblico (da La ragazza con la pistola, 1968, di M. Monicelli, nomination all’Oscar come miglior film straniero, a Dramma della gelosia, tutti i particolari in cronaca, 1970, di E. Scola, Polvere di stelle, 1974, con A. Sordi, toccante rievocazione del mondo dell’avanspettacolo, L’anatra all’arancia, 1975, di L. Salce, adattamento della commedia omonima di Home e Sauvajon, Io so che tu sai che io so, 1982). Fanno eccezione le parentesi con Jancsó in Italia ( La pacifista, 1971), con Buñuel in Francia ( Il fantasma della libertà, 1974) e anche la Tosca (1973) di L. Magni, senza contare il ritorno con Antonioni ne Il mistero di Oberwald (1980). Nel 1984 ha vinto il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Berlino con Flirt, opera prima di R. Russo, da lei anche sceneggiata; sempre del regista Russo è Francesca è mia (1986). In seguito la V. ha variato e ampliato la propria attività, lavorando in teatro (La strana coppia, 1987;Prima pagina, 1988) e televisione. Nel 1990 ha scritto, diretto e interpretato il film Scandalo segreto, Globo d’oro come regista e come interprete. Nel 1995 le è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera al Festival del Cinema di Venezia. (Fonte: MyMovies)
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Curiosità
- Monica Vitti è un nome d’arte: lei si chiama Maria Luisa Marisa Ceciarelli.
- Nella sua carriera ha vinto 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista, 3 Nastri d’Argento, 12 Globi d’Oro, un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Cocha de Plata a San Sebastian e anche una candidatura al premio BAFTA.
- Da piccola era soprannominata “setti vistini”, sette sottane, perché per vestirsi velocemente indossava gli abiti uno sull’altro.
- La passione per il teatro arriva durante la guerra mentre giocava con i burattini con i fratelli.
- Il debutto è a 14 anni, con La Nemica di Niccodemi, dove interpreta una madre di 45 anni che ha perso un figlio in guerra.
- Ha lavorato anche come doppiatrice, ad esempio nel film Accattone di Pasolini, ne I soliti ignoti di Monicelli, ne Il grido di Antonioni. È la voce di Diane Keaton in Senti chi parla adesso!
- Dal 2002 si è ritirata a vita privata, a causa delle sue condizioni di salute.
- In alcuni suoi film la sua controfigura è Fiorella Mannoia, che proviene da una famiglia di stuntman e divenuta poi una delle cantanti più famose della musica italiana.
- Nel 1988, il giornale francese Le Monde dà la falsa notizia della sua morte per suicidio: lei ha semplicemente smentito e ringraziato i giornalisti per averle allungato la vita.
- Tra le sue più grandi storie d’amore, ricordiamo quelle con il regista Michelangelo Antonioni, con il direttore della fotografia Carlo Di Palma e con il fotografo di scena Roberto Russo, sposato nel 2000 dopo 27 anni di fidanzamento! (Fonte: Bigodino.it)