Poetica dell’estremo e confini inafferrabili
Non giro film “normali” semplicemente perché gli altri sanno farlo meglio di me. Werner Herzog
Rassegna di cinema e montagna in collaborazione con Andrea Bollati, geologo e alpinista
Amelia (TR)
Sala comunale F. Boccarini
P.zza Augusto Vera, 10
Venerdì 1° aprile – ore 21.00
GRIDO DI PIETRA
Un film di Werner Herzog
Con Donald Sutherland, Brad Dourif, Vittorio Mezzogiorno, Mathilda May
durata 96 min. – Germania, Francia, Canada 1991 – v.o.sott.it.
Presentazione a cura di Andrea Bollati
Pur superando di poco 3.000 metri di altitudine, il Cerro Torre in Patagonia è una delle montagne più temute dagli alpinisti. Altissime pareti verticali quasi senza appigli né ripari, venti che sferzano, cambiamenti repentini di clima rendono la cima pressoché invincibile.
“Roccia” (Vittorio Mezzogiorno) è un uomo che ha già scalato tutte vette sopra agli 8.000 metri.
Due volte ha cercato di conquistare la vetta, due volte è stato respinto. Potrebbe forse rinunciare per sempre, ma un giornalista astuto (Donald Sutherland) lo convince a riprovare in compagnia di Martin, giovane alpinista-acrobata, tanto abile nell’arrampicarsi quanto pronto a fiutare il business televisivo e pubblicitario.
La storia è parzialmente ispirata alle polemiche che circondarono la spedizione di Cesare Maestri e Toni Egger al Cerro Torre nel 1959, ed è tratta da un’idea dello scalatore Reinhold Messner. Finale genialmente beffardo.
Il film è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia 1991, dove ha vinto: Premio Ciak d’oro per l’attore a Vittorio Mezzogiorno; Premio Pasinetti per l’attore a Vittorio Mezzogiorno; Osella speciale per la realizzazione.
“Parte fondamentale del cinema di Werner Herzog è quella sorta di titanismo dell’impresa, di folle coraggio che spinge i personaggi della storia, ma anche il regista i macchinisti, gli attori, ad avventurarsi in terre sconosciute, a tentare imprese al limite dell’impossibile e della credibilità. Imprese che fanno sì che la realizzazione stessa del film potrebbe benissimo essere un film anch’essa.” (Matteo Contin, pellicolascaduta.it)
Che cos’è che rende gli uomini così pazzi da scalare le montagne? Come se la vita in pianura non fosse già abbastanza infernale! (La voce narrante del giornalista Donald Sutherland)
Hanno inchiodato il loro Dio a un legno
perché credevano che così non sarebbe scappato… (Vecchia indiana)
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Sabato 2 aprile – ore 21.00
ASSASSINIO SULL’EIGER
Un film di Clint Eastwood
Con George Kennedy, Clint Eastwood, Vonetta McGee
durata 128 min. – USA 1975 – v.o.sott.it.
Da un romanzo di Trevanian. Docente di storia dell’arte in un college americano, collezionista di quadri e provetto scalatore, Hemlock lavora ogni tanto per la CIA come sicario. Lo incaricano di “sanzionare” (punire) un alpinista che in cordata tenta l’ascensione della parete nord dell’Eiger (Svizzera). Rinuncerà in nome dell’amicizia.
Uno dei cult anni ’70 in cui Eastwood si ritaglia il doppio ruolo di attore e regista.
“Ci sono film che per ragioni un po’ misteriose rimangono delle chicche nascoste. Nella filmografia di Eastwood, che consta per oltre due decadi pressoché di soli film di culto, Assassinio sull’Eiger è un caso del genere”. (www.i400calci.com)
Myles l’unica cosa di cui io e te possiamo parlare, è che tu hai una malattia inguaribile e che ti manca il fegato di ammazzarti. Clint Eastwood
NOTE
Ingresso con tessera OV 2016 e sottoscrizone
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Ogni volta nella vita è come nella natura: parli con la montagna e ti risponde l’abisso. (Efim Tarlapan)
Belle sono le grandi avventure sulle pareti immense, in piena solitudine: la lotta silenziosa ha inizio; l’uomo, quando ha di fronte la natura, ha di fronte se stesso e la battaglia si sublima. (Roberto Gervasutti)
Non cercate nelle montagne un’impalcatura per arrampicare, cercate la loro anima. (Julius Kugy)
[Sulla Terra l’altezza di una montagna non potrebbe superare i 15 mila metri, a causa della forza della gravità. Più è grande un pianeta, quindi, maggiore è la gravità e minore potrà essere l’altezza dei rilievi. Su Marte, che è più piccolo e con gravità inferiore, la montagna più alta, il vulcano Olympus Mons, supera i 27 mila metri.]
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Graph Roberta Boccacci