State of Mind

Anima, Cinema e Psiche

Rassegna pensata in occasione della pubblicazione del primo libro a cura dell’ass. Oltre il Visibile: La psiche non è un film. Approccio cinematografico all’insondabile umano nella programmazione di Oltre il Visibile (Cesvol Edizioni, 2015).

BEING JOHN MALKOVICH

“Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”. Ingmar Bergman

Cinema e Psicoanalisi, nate entrambe alla fine del XIX secolo, occupano un posto centrale nella cultura contemporanea.

Il linguaggio cinematografico, anche solo attraverso le immagini, riesce bene a rappresentare i molteplici aspetti della psiche umana.

La psichiatria e il cinema hanno infatti in comune il tentativo (con intenti e approcci ovviamente diversi) di comprendere, spiegare e prevedere, seppure nella maniera frammentaria che ci consente la vastità e il mistero dell’anima, i sentimenti, i comportamenti, le emozioni e più in generale le vicende umane.

Da questo connubio è possibile trovare tracce di se stessi: nel processo di coinvolgimento quando guardiamo un film emergono contenuti e meccanismi inconsci che possono rivelarsi un materiale prezioso per la loro amplificazione, alla stregua di sogni e fantasie.

Il cinema (la sala cinematografica) è in fondo come un piccolo utero, dal buio del quale abbiamo spesso la possibilità di uscire in parte trasformati, a volte quasi un po’ rinati.

D’altronde le immagini sono la più personale e arcaica forma del linguaggio umano, appartengono all’area del pre-verbale, e prescindendo dalle differenze di natura estetica, attraverso il loro valore simbolico ed espressivo ci forniscono un più ampio orizzonte di comunicatività, di comprensione di se stessi e della realtà che ci circonda.

Il cinema quindi, nella sua più alta e profonda fruizione, può fornirci uno strumento per comprendere meglio emozioni, passioni, fantasie e portare poi nel mondo una rinvigorita e più consapevole voglia di fare anima.

 Amelia, Sala comunale F. Boccarini

P.zza Augusto Vera, 10

 Venerdì 4 dicembre – ore 21.00

ÉL

Un film di Luis Buñuel

Con Arturo de Córdova, Delia Garces, Luis Beristan, Aurora Walker

 b/n durata 89 min. – Messico 1952 – v.o.sott.it.

Presentazione a cura di Francesco Patrizi, critico cinematografico, autore del libro Buñuel: dalla poesia al cinema  (edizioni Firenze Libri Atheneum, Collezione Oxenford, 2000)

Il miglior film del periodo messicano di Buñuel. Un uomo estremamente geloso rende impossibile l’esistenza della moglie. Impazzisce dopo aver immaginato crudeli vendette. Uno degli attacchi contro la borghesia e il matrimonio che il regista ha sferrato nella sua lunga carriera.

«È forse il film in cui ho messo più di mio»
Luis Buñuel

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 Sabato 5 dicembre – ore 21.00

MAPS TO THE STARS

Un film di David Cronenberg

Con Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack, Robert Pattinson, Olivia Williams

durata 111 min. – Canada, USA 2014 – v.o.sott.it.

La famiglia Weiss è l’archetipo delle dinastie di Hollywood: il padre Stafford è un analista e allenatore, che ha fatto fortuna con i suoi manuali self-help; la madre Cristina si dedica soprattutto al figlio Benjie, di 13, un attore bambino. Uno dei clienti di Stafford, Avana, è un’attrice che sogna di girare un remake del film che ha già interpretato la madre, Clarice, una star negli anni ’60. Alla miscela tossica si aggiungono Benjie, che è appena venuto fuori da un programma di riabilitazione e sua sorella, Agatha, recentemente dimessa da un sanatorio dove è stata curata per piromania criminale.

Ancora una volta Cronenberg viola i corpi, mostrandoci che la mutazione fisica è solo uno dei processi attraverso il quale si sostanzia tale violazione. La diffusione di cui all’ambiente di Maps to the Stars riguarda un male oramai fuori controllo, impazzito, al cui ceppo è impossibile risalire. I suoi personaggi non sono altro che portatori sani, alieni in un mondo di terrestri senza più punti di riferimento. Per questo le “mappe verso le stelle” di cui al titolo sono tante, perché tanti sono i sentieri attraverso i quali ci raggiungono o vengono raggiunte.

La pellicola ha partecipato in concorso alla 67ª edizione del Festival di Cannes, dove ha vinto il Prix d’interprétation féminine per l’interpretazione di Julianne Moore.

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Domenica 6 dicembre – ore 18.00

ELLING

Un film di Petter Naess

Con Per Christian Ellefsen, Sven Nordin, Marit Pia Jacobsen, Jørgen Langhelle

durata 89 min. – Norvegia 2001 – v.o.sott.it.

Elling e Kjell Bjarne hanno passato gli ultimi due anni chiusi in un istituto per malati di mente. Ora che sono fuori stanno cercando di vivere la loro vita come persone normali anche se Elling scrive poesie e le nasconde nelle confezioni di crauti al supermercato aspettando che prima o poi qualcuno le legga, e Kjell Bjarne è fissato con le donne.

Comico, delicato e pieno di speranza, Elling è una storia tenera e divertente sull’avventura della vita.
“… alcuni sono più Elling di altri”
Nomination all’Oscar 2002 per il Miglior Film Straniero

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 Venerdì 11 dicembre – ore 20.30

In collaborazione con UNITRE Amelia

LA PARANOIA NEL CINEMA

Conferenza del prof. Giorgio Villa, Psichiatra

Aperitivo di benvenuto a partire dalle ore 20.00

Durante la serata verranno proiettati diversi spezzoni di film, oggetto dell’intervento del prof. Villa

Il sospetto, l’intrigo e la congiura occupano una parte rilevante nel cinema, soprattutto nel genere delle Spy Stories, del Film Noir o Poliziesco che dir si voglia.

La paranoia, invocata spesso a sproposito, è, invece, raramente rappresentata in modo convincente. Come rendere il vissuto soggettivo del delirio e della allucinazione? Ma, soprattutto, esiste una via cinematografica che rappresenti anche una forma di cura? Alcuni registi, come ad esempio il grande Bunuel, ci sono riusciti.

(Giorgio Villa. Psichiatra e antropologo, vive e lavora a Roma dove dirige la Comunità Terapeutica di via Montesanto e di via Germanico. Ha partecipato con Romano Mastromattei alla ricerca sul campo su La condizione estatica nello sciamanismo siberiano e centroasiatico con spedizioni in Nepal e in Macedonia (sul sacrificio neo-greco e il culto degli Anastenarides) e ha insegnato dal 1986 al 1989 Antropologia culturale presso l’Università di Urbino).

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Sabato 12 dicembre – ore 21.00

IL CIGNO NERO

Un film di Darren Aronofsky

Con Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Barbara Hershey, Winona Ryder

durata 110 min. – USA 2010 – v.o.sott.it.

A New York una compagnia di balletto sta allestendo “Il lago dei cigni” e il regista Thomas Leroy decide di sostituire la prima ballerina Beth con Nina. Ne “Il lago dei cigni” sono previsti i ruoli dell’innocente cigno bianco, adatto a Nina, e del sensuale cigno nero, più adatto a Lily. La rivalità tra le due ballerine, porterà Nina ad esplorare il suo lato oscuro senza la certezza che Lily sia una vera nemica, ma solo frutto della sua mente, facendo nascere in lei un’ambigua ossessione.

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Domenica 13 dicembre – ore 18.00

QUALCOSA È CAMBIATO

Un film di James L. Brooks

 Con Jack Nicholson, Helen Hunt, Greg Kinnear, Cuba Gooding Jr., Skeet Ulrich

durata 138 min. – USA 1997 – v.o.sott.it.

Prima del film intervento di Tania Fontanella, Psicologa e Psicoterapeuta

In Melvin Udall (J. Nicholson), autore di romanzi sentimentali, la misantropia è fondata su ossessive turbe maniacali. Le circostanze l’obbligano a prendersi cura del cagnetto di un coinquilino, da lui odiato quasi quanto gli esseri umani, e poi del suo padrone (G. Kinnear), pittore gay ridotto su una sedia a rotelle da un’aggressione. Grazie a loro e a una cameriera di cui s’innamora il misantropo subisce una metamorfosi, cioè guarisce.

Un Oscar a Nicholson e uno alla Hunt come migliori attori protagonisti.

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 Venerdì 18 dicembre – ore 21.00

SUSSURRI E GRIDA

Un film di Ingmar Bergman

Con Harriet Andersson, Ingrid Thulin, Erland Josephson, Liv Ullmann

Durata 91 min. – Svezia 1973 – v.o.sott.it.

Presentazione a cura di Francesco Patrizi, critico cinematografico

Assistita da due sorelle e una governante, Agnese muore di cancro in una villa alla periferia di Stoccolma.

“Sinfonia in rosso maggiore di un Bergman in gran forma espressiva, all’altezza del modello cui s’ispira: il teatro intimo di August Strindberg. Memorabile riflessione sul dolore e la pietà. Sussurro e grido invocano una cosa sola che non è la felicità, ma le assomiglia: la pace.” Il Morandini

Il film va letto non solo come rappresentazione del processo delle emozioni e dei pensieri intorno al morire ma anche come possibile esperienza trasformativa del Sé dello spettatore, che produce un profondo mutamento sul modo di intendere la morte.

“Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida … ho sempre immaginato il rosso come l’interno dell’anima” (I. Bergman). Fotografia di altissimo livello di Sven Nykvist, abituale collaboratore del regista. Girato nel 1971.

Il regalo più bello è la solidarietà, il calore umano, l’affetto. Credo che la gioia sia proprio questa. Dal diario di Harriet Andersson

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Sabato 19 dicembre – ore 20.30

Presentazione del libro

Rapsodia in abisso (Ed. Empiria, 2014)

di Alessandra Fagioli

Aperitivo di benvenuto a partire dalle ore 20.00

Intervento e letture di Vanni De Lucia, attore di teatro e cinema, autore e regista

In una città labirintica e tentacolare quattro personaggi, somiglianti a temi musicali con proprie riprese e variazioni, si intuiscono, si inseguono, si combinano tra loro secondo la scansione di un componimento rapsodico in cui lo stile di scrittura diventa l’anima stessa del racconto. Sono quattro artisti tutti condizionati da una propria ossessione.

Secondo percorsi paralleli e incrociati, dopo aver intrapreso opere da singoli o in coppia, si ritrovano a confrontarsi in un’impresa impossibile: realizzare una grande performance attraverso i diversi linguaggi, nell’intento di sublimare le proprie forme ossessive. Ma nessuno sospetta che la sintesi delle arti possa rivelarsi un contagio delle menti in grado di scatenare gli effetti più imponderabili.

Una riflessione sulla creatività ispirata dal turbamento, sull’opera d’arte come sfida o riscatto, sulle derive della menzogna e le trappole dell’invenzione, sui subdoli incanti di sogni e visioni, in un continuo gioco al rialzo a colpi di delirio e di ingegno.

A seguire,  ore 21.30 ca.

SHINE

Un film di Scott Hicks

Con Geoffrey Rush, Noah Taylor, Armin Mueller-Stahl, Lynn Redgrave, John Gielgud

durata 100 min. – Australia 1996 – v.o.sott.it.

Anomala biografia del pianista David Helfgott australiano di nascita, ebreo e polacco di origine, oggi cinquantenne, sposato e ancora in giro a dar concerti che, stritolato da un padre-padrone oppressivo, sprofonda per un decennio in un tracollo nervoso che lo fa entrare e uscire da cliniche psichiatriche fino all’incontro e all’amore di una gentile signora di quindici anni più vecchia di lui.

Da una sapiente e intelligente sceneggiatura di John Sardi, diretta con brio da S. Hicks, il racconto procede con una struttura a mosaico, non cronologica, e percorre il tormentato itinerario di David fino alla sua “resurrezione”. N. Taylor David adolescente e G. Rush David adulto sono in gara di bravura. Memorabile la scena in cui David crolla suonando il concerto n. 3 di Rachmaninov.

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Domenica 20 dicembre – ore 18.00

ESSERE JOHN MALKOVICH

Un film di Spike Jonze

Con John Cusack, Cameron Diaz, Catherine Keener, John Malkovich, Orson Bean

durata 103 min. – Gran Bretagna, USA 1999 – v.o.sott.it.

Prima del film intervento di Stefania Tucci, Psicologa e Psicoterapeuta: “La mente sognante, la fabbrica dei sogni e il ruolo dell’immagine”

Craig, burattinaio disoccupato e poco felicemente sposato da 10 anni con una stakanovista ossessionata dal lavoro, accetta un impiego come archivista di primo livello in una grande società che sta a Manhattan.

Qui incontra la bellissima Maxine e fa una sorprendente scoperta: dietro una porta nascosta c’è un passaggio segreto che lo porterà al di là dello spazio e del tempo ad assumere l’identità di John Malkovich…

Un film anomalo, divertente, assolutamente contemporaneo, di tendenza. Scena da cineteca: un’allucinazione in cui un’intera folla metropolitana ha i lineamenti di John Malkovich, spiritoso nella sua autoironia.

Stefania Tucci si occupa di divulgazione della psicologia e di psicotraumatologia. Lavora privatamente come psicoanalista e ipnoterapeuta a Roma e ad Amelia.

 

Note

Ingresso con tessera OV 2015 e sottoscrizione

Graph Luigia Stefanucci

State of mind I

stateofmind_II_leggera

State of mind III