Questo fine settimana l’arena cinematografica a cura dell’ass. Oltre il Visibile si sposterà lungo le suggestive sponde del Rio Grande (Amelia, Loc. Ponte Alvario) per una selezionatissima rassegna di film e documentari musicali dal titolo: Stop Making Noise!
L’iniziativa è in collaborazione con l’ass. Amici del Rio Grande
Qui di seguito il programma dettagliato della due giorni cine-musicale
Sabato 26 luglio – ore 21.30
Il futuro non è scritto – Joe Strummer
Un film di Julien Temple
Con Bono, Steve Buscemi, Matt Dillon, Johnny Depp, John Cusack
Documentario, durata 124 min.
Irlanda, Gran Bretagna 2007 – Vers. orig. sott. ITA
La presentazione sarà a cura di Andrea Bollati
La storia di Joe Strummer (voce e chitarra della band The Clash), narrata da amici, parenti e colleghi – raccolti intorno a un falò – e ripresa dall’obiettivo di Julien Temple.
Il futuro non è scritto celebra il ricordo di uno dei maggiori esponenti del punk e della scena musicale tra la fine degli anni ’70 e gli ’80, attraverso video domestici, materiali d’archivio, fotografie, vignette (realizzate dallo stesso Strummer), spezzoni di film, interviste d’epoca e testimonianze di artisti che lo hanno conosciuto o ne sono stati ispirati – Bono Vox, Martin Scorsese, Johnny Depp, Steve Buscemi, John Cusack, Jim Jarmusch, Flea e Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers fra gli altri.
Il documentario di Temple ripercorre la vita del “guerrigliero” partendo dalla sua infanzia, passando dagli anni formativi (la scuola d’arte, le prime band), al successo mondiale dei Clash (il loro doppio album “London Calling” è considerato dalla critica musicale il migliore degli anni ’80) e il successivo allontanamento dalle scene di Strummer dopo la separazione dai suoi compagni, alle prove da solista e da attore fino al ritorno sotto i riflettori con i Mescaleros.
Il futuro non è scritto è una sorta di mosaico, un collage a più voci tenuto insieme da quel fuoco che generarono i Clash sullo sfondo sociale e politico dell’epoca – le occupazioni londinesi, la nascita della rivoluzione punk, le guerre in Vietnam e in Iraq – che offre uno spaccato reale e realistico di quegli anni pieni di contraddizioni.
È anche un’opera ricca di aneddoti che aiutano a capire l’ascesa e la caduta di una band che ha fatto storia e la frustrazione dei componenti, in primis dello stesso leader, costretto a ripartire da zero per ricercare quella felicità che appariva come un miraggio.
La voce di Strummer si unisce al coro dei partecipanti dando l’impressione di essere ancora fra noi e lancia un messaggio universale: “Nella vita, devi essere capace di prenderti quello che vuoi, perché nessuno te lo regalerà mai“.
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Domenica 27 luglio – ore 21.30
Stop Making Sense
Un film di Jonathan Demme
Con David Byrne, Tina Weimouth, Jerry Harrison, Chris Frantz, Tina Weymouth
Durata 88 min. – USA 1984
Nel dicembre 1983 i Talking Heads si esibiscono al Pantages Theater di Hollywood. Jonathan Demme riprende il concerto e lo trasforma in un evento cinematografico (è il primo film musicale a impiegare la registrazione digitale in presa diretta) dove le canzoni della band newyorkese si fondono a una scenografia sviluppata in movimento.
David Byrne è il primo a entrare in scena. Sul palco spoglio del teatro, con tanto di quinta in vista, il leader delle teste parlanti accende uno stereo portatile e armato di chitarra dà inizio allo show.
Brano dopo brano si uniscono gli altri componenti della band che aggiungono, uno alla volta, il proprio tocco lasciando che la musica, da prima primordiale, aumenti di potenza e groove.
Stop Making Sense è considerato a oggi uno dei migliori esempi di film concerto insieme a L’ultimo valzer firmato da Martin Scorsese. Scegliendo di costruire – letteralmente – lo spettacolo man mano che il palco viene allestito, leader e regista adibiscono uno spazio-laboratorio dove poter liberare creatività ed estro.
Benché il titolo provenga da un verso di “Girlfriend is Better”, l’imperativo incarna perfettamente un concerto anticonformista che gioca con il nonsense in favore di uno show che si sviluppa fuori dagli schemi. Sfruttando la natura art rock delle teste parlanti, il timbro funk della backing band e la scenografia scarna ma essenziale del concerto, Demme immortala Byrne e soci mentre danno vita a un live pulsante, ricercato e originale.
La macchina da presa segue i movimenti senza sgretolarne l’essenza, soffermandosi se necessario sugli strumenti, sui volti e sui corpi, catturando ogni centimetro dello spazio che li incornicia. Le luci progettate da David Byrne e dalla specialista Beverly Emmons e la fotografia di Jordan Cronenweth contribuiscono a trasformare il palco in un luogo mutevole che si conforma al mood musicale e alle bizzarrie del frontman di cui il ballo dinoccolato in abito oversized rappresenta uno dei momenti più alti della scaletta.
Il pubblico è lasciato ai margini fino alle battute finali, quando l’inquadratura si posa sulle espressioni degli astanti lasciando che si intraveda l’estasi per un concerto dove, al di là del titolo, tutto ha senso e tutto torna.
Per tutti gli eventi: entrata con tessera OV 2014 e sottoscrizione