25 aprile: Memoria Resistenza e Liberazione
L’Anniversario della Liberazione d’Italia viene festeggiato in Italia il 25 aprile di ogni anno: è un giorno fondamentale per la nostra storia, simbolo del termine della seconda guerra mondiale nel paese, dell’occupazione da parte della Germania nazista, iniziata nel 1943, e del ventennio fascista.
Per celebrare tutto ciò parte questo fine settimana ad Amelia (TR) c/o la Sala Flavio Boccarini (P.zza Augusto Vera, 10) la Rassegna dal titolo Libertà è partecipazione – 25 aprile: Memoria Resistenza e Liberazione.
Venerdì 25 aprile – ore 21.30
Germania anno zero
Un film di Roberto Rossellini
Con Franz Kruger, Edmund Moeschke, Barbara Hintze
Italia 1948
Presentazione a cura di Nino Rinaldi, storico del cinema
Siamo a Berlino nel 1946: nella Germania completamente distrutta dai bombardamenti la guerra è appena finita. Ma le ferite sono dure da rimarginare e anche gli odi, il razzismo, l’educazione alla violenza difficili da sradicare.
Quello che Rossellini ci propone in questo film (in cui si distacca dal cinema resistenziale per offrirci un’indagine socio-psicologica di taglio diverso) è il ritratto di un bambino inesorabilmente e disperatamente cresciuto ma che vorrebbe tornare ciò che è stato, nonostante quello che ha visto e che fa. Cerca di giocare a palla con altri bambini ma viene respinto e allora salta da una chiazza di fango all’altra in un tentativo di gioco solitario e triste.
Per un attimo ha come una folgorazione: la musica di un organo che esce da una chiesa lo costringe a fermarsi (finora lo abbiamo visto in costante movimento) ma, come se fosse incapace di credere ancora nella bellezza, riprende il suo cammino.
In questa sequenza è condensato tutto il dolore e la pietà (nell’accezione più alta del termine) che Rossellini prova nei confronti del suo protagonista e che riesce a trasmettere allo spettatore. Sono sentimenti che vengono rafforzati da un contesto in cui le macerie non sono solo fatte di mattoni ma si trovano nell’intimo di un mondo adulto in cui tutti sono minati da quella malattia che l’ideologia nazista e il conflitto hanno instillato in loro.
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Sabato 26 aprile – ore 18.30
Il ribelle
Un film di Giancarlo Bocchi
Con Valerio Mastandrea, Francesco Pannofino
Italia 2011
Presentazione a cura di Francesco Tanzarella, storico della Resistenza
Il film è il risultato di oltre tre anni di lavoro e di intense ricerche negli archivi russi, italiani, francesi, spagnoli, statunitensi: ed è l’appassionata ricostruzione per parole e immagini d’archivio di Guido Picelli, l’uomo d’azione che sfidò l’emergere del nazifascismo.
Picelli nasce nel 1889 da una famiglia parmense di umili origini. In gioventù lavora come apprendista presso la bottega di un orologiaio, prima di trasferirsi a Torino per fare l’operaio e la comparsa nella nascente industria del cinema. Mosso da un indomabile spirito d’azione, si schiera contro la politica interventista dei sindacalisti durante la Prima Guerra mondiale per poi decidere di prendervi parte come volontario della Croce Rossa. Dopo quell’esperienza, Picelli comincia il suo attivismo politico militando prima fra i socialisti e poi nel partito comunista, ma il suo fervore idealista e i suoi atti contro il nascente fascismo vengono visti tanto dagli squadristi che dagli organi di partito come pericolosamente sovversivi.
Il linguaggio del regista non è propagandistico, quanto piuttosto volto a un’indagine retrospettiva. La sua idea è quella di creare una biografia per parole e immagini (con tanto di capitoli) che renda giustizia anche in Italia di un uomo d’azione, un vero Garibaldi dell’epoca nazifascista, e proporre alla nazione un modello di eroe coi suoi ideali e la sua ideologia, ma estraneo all’oligarchia del pensiero politico.
Un rivoluzionario capace di far saltare i confini delle strategie e delle tattiche di partito per farsi espressione viva e popolare di un sentimento ardito di ribellione. Un uomo che credeva tanto nella libertà da essere capace di imprese audaci e spavalde, tanto di fronte al clima repressivo del fascismo mussoliniano che alle purghe del comunismo stalinista. E affinché una figura storica divenga un eroe popolare, non basta il coraggio delle azioni ma occorre l’eco della mitologia.
Ore 21.30
La memoria degli ultimi
Un documentario di Samuele Rossi
Italia, 2013
Quest’opera è la storia di un viaggio, emotivo, prima che fisico. Cosa è la memoria? E cosa succede quando questa sembra svanire?
Partendo dal difficile momento odierno del nostro Paese, il racconto sprofonda nella memoria della guerra e della Resistenza, attraverso le vite e gli sguardi di sette ex-partigiani combattenti.
Un viaggio fisico alla ricerca degli ultimi sopravvissuti della Resistenza e dei loro luoghi, che finisce per diventare un viaggio emotivo dentro le emozioni, i ricordi e i sentimenti di un’intera generazione.
Il ritratto che ne esce si contrappone in modo doloroso e amaro a un presente che sembra aver dimenticato le origini della propria Storia e pare aver perduto il senso e il significato di valori che sono e dovrebbero rimanere fondamenta costanti del nostro cammino.
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Domenica 27 aprile – ore 18.30
Tutti a casa
Un film di Luigi Comencini
Con Alberto Sordi, Eduardo De Filippo, Serge Reggiani, Martin Balsam, Nino Castelnuovo
Italia 1960
Presentazione a cura di Nino Rinaldi, storico del cinema
Dopo l’8 settembre 1943 un sottotenente ligio ai superiori (Sordi), in mancanza di ordini non riesce a tenere unito il suo reparto che, spinto dal desiderio di tornare a casa, se la svigna. Restano con lui il sergente Fornaciari (Balsam) che vuole raggiungere la sua casa poco distante e il soldato semplice Ceccarelli (Reggiani) che non se la sente di fuggire da solo dovendo raggiungere Napoli.
La traversata da nord a sud dell’Italia, flagellata dalla guerra e in preda all’anarchia, lo fa maturare.
È, una delle rare mediazioni felici tra neorealismo e commedia italiana, grazie all’apporto di Age & Scarpelli (più Marcello Fondato) in sceneggiatura. “Sotto le mentite spoglie di una commedia, il film è sostanzialmente un racconto a tesi … quello della scelta che ciascuno è chiamato a fare almeno una volta nella sua vita” (G. Gosetti).
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