Storie al confine tra sogno e realtà
Questo fine settimana sarà di scena ad Amelia (TR) c/o la Sala comunale “Flavio Boccarini” la Rassegna Attraverso lo specchio – Storie al confine tra sogno e realtà: tre proiezioni e un ospite d’eccezione, lo scrittore Francesco Franceschini, che presenterà il suo ultimo romanzo, tappa di un tour di successo che sta toccando diverse città italiane. Ma andiamo con ordine.
“In fondo ad ognuno c’è sempre un fanciullo infelice che piange” scriveva il poeta; in fondo ad ognuno c’è sempre il ricordo di una fiaba ascoltata chissà quando, chissà dove.
Lo sostengono alcuni grandi registi che rivisitano in bellissimi film i capolavori della letteratura d’infanzia (e non solo); un percorso (accidentato) fatto di visioni, sogni, incubi, incantesimi e magie, vite e mondi paralleli, alla ricerca della coscienza (perduta) della realtà, perché la cosa più straordinaria del fantastico è che il fantastico non esiste: tutto è reale.
Venerdì 14 marzo – ore 21.00
Strade perdute
Un film di David Lynch
Con Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake, Robert Loggia
USA 1996 – Vers. orig. sott. ITA
A detta del critico E. Ghezzi “l’opera limite più allucinata e onirica del decennio – e quindi del secolo: un lost masterpiece assoluto.
Alice attraverso lo specchio: come immergersi in un abisso.
Lynch torna dalle parti di Eraserhead, Velluto blu e Twin Peaks per narrare di una coppia spiata e filmata di nascosto; esasperato da quello sguardo intrusivo, l’uomo perde il controllo e…
Scritto da Lynch col coetaneo Barry Gifford, questo thriller allucinato come un incubo parla dell’incapacità di un uomo di mantenere il controllo sulla propria vita.
Lo fa attraverso una struttura narrativa paragonabile a quella di una fuga (musicale) oppure al paradossale anello di Moebius che si avvolge su se stesso in un’unica dimensione, una struttura in cui è scardinato addirittura il fondamento di ogni narrazione, l’identità del protagonista.
Si può anche non salire sul film, cioè respingerlo, ma “è difficile sottrarsi al suo fascino inquietante, negare la fosca bellezza delle sue immagini, dimenticare la presenza minacciosa dell’uomo misterioso” (R. Blake). Musiche di Angelo Badalamenti, Trent Reznor (Nine Inch Nails) e Barry Adamson.
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Sabato 15 marzo – ore 18.30
Presentazione del libro La quarta persona più importante
Verbavolant, 2013
Interverrà l’Autore, Francesco Franceschini
Un romanzo amaramente surreale in cui viene tratteggiata una galleria di personaggi interessanti e singolari che fanno da sfondo al dolore di una ragazzina che deve crescere in fretta sperando in un aiuto da parte degli adulti che, anche nei casi più autorevoli, non sanno che pesci pigliare.
“Essere la quarta persona più importante per zio Ludovico è un cruccio che tormenta Mirka al pari dell’assurda morte dei genitori. Nella rocambolesca fuga da una vita grigia coi nonni, Ludo e Mirka si imbatteranno nella più varia umanità ferita, egoista, rampante e soprattutto incontreranno Dio che ha scelto di fare un mestiere singolare …”.
A seguire: Cine Cena vegetariana e …
ore 21.00
Eyes Wide Shut
Un film di Stanley Kubrick
Con Nicole Kidman, Tom Cruise, Madison Eginton, Jackie Sawris, Sydney Pollack
Gran Bretagna, USA 1999 – Vers. orig. sott. ITA
Alice davanti allo specchio: turbato dalle parole della moglie che (forse) lo ha tradito, Bill vive un’odissea dello spazio notturno che lo riporterà tra le braccia dell’amata: due coniugi dell’alta borghesia entrano in un tunnel di sogni ed erotismo, dove i desideri del passato si mescolano con quelli del presente.
Il film testamento (incompiuto) del più importante regista del XX secolo, “Eyes Wide Shut è lo sfaldamento di ogni confine tra corpo e mente, realtà e sogno, conscio e inconscio, maschera e volto, fedeltà e tradimento”. (E. Elia, Segnocinema)
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Domenica 16 marzo – ore 18.00
Il viaggio di Felicia
Un film di Atom Egoyan
Con Bob Hoskins, Peter McDonald, Elaine Cassidy, Arsinée Khanjian
Gran Bretagna, Canada 1999 – Vers. orig. sott. ITA
In te io mi specchio: dopo “Il dolce domani” Egoyan si serve ancora della matrice fiabesca per rilevare l’elemento fantastico sotteso alla malinconia della vita quotidiana …
Un pacifico, quasi timido, responsabile della cucina di una grande azienda vive una vita solitaria, concedendosi, naturalmente, cibi squisiti e una serie di video di sua madre, antica diva della TV.
In realtà l’uomo è un serial killer. Quando si interessa di una ragazza sola e spaesata, mette in atto il suo piano che dovrebbe portare all’ennesimo assassinio. Ma qualcosa si inceppa.
Un film di algida, raffinata e malinconica bellezza.
“Sto per dire che Il viaggio di Felicia di Atom Egoyan è un piccolo capolavoro e mi pare già di sentire le proteste: ma come si fa ad avviare un processo di beatificazione per un thriller, ovvero per un film di genere? Mi permetto di obiettare che lo stesso sbaglio lo abbiamo fatto per Hitchcock, il quale ora sta nell’empireo dei grandi con Dreyer e Fellini; e proprio al maestro del brivido si rifà l’egizio-canadese Atom Egoyan per trarre dal romanzo di William Trevor uno straordinario duetto”. (Tullio Kezich, ‘Il Corriere della Sera’, 16 ottobre 1999).
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