In equilibrio sulla vita

Cambiano i tempi non la storia: percorsi di sopravvivenza economica e umana

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La Rassegna, che ritrae esempi (cinematografici) emblematici di tracollo economico e conseguente perdita di dignità, in bilico tra miseria, normalità ed emarginazione, è curata dall’ass. Oltre il Visibile, con il contributo del Comune di Amelia, Ass.to alla Cultura. Qui di seguito il programma dettagliato.

Venerdì 29 novembre – ore 21.00 la serata ruoterà attorno alla proiezione di Umberto D, il capolavoro di Vittorio De Sica (con Maria Pia Casilio, Carlo Battisti, Lina Gennari, Memmo Carotenuto, Alberto Albani Barbieri – Italia 1952).

La presentazione del film sarà affidata a Nino Rinaldi, critico cinematografico.

La trama è nota: un mite, silenzioso pensionato, ridotto a non essere più (economicamente) in grado di sopravvivere, rifiuta la tentazione del suicidio per non abbandonare il proprio cane.

Uno dei capolavori del cinema neorealista, frutto maturo del sodalizio tra Zavattini e De Sica, sostenuto anche da ricerche, non tutte risolte, sul tempo e la durata (famosa la sequenza del risveglio della servetta), il film tocca una crudeltà lucida senza compromessi sentimentali, fuori dalla drammaturgia tradizionale.

Sabato 30 novembre – ore 21.00 sarà la volta del recente Gli equilibristi, un film di Ivano De Matteo (con Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova, Rosabell Laurenti Sellers, Grazia Schiavo – Italia, 2012).

Ritratto tragico di una società dall’apparente benessere, in cui al tracollo economico corrisponde la perdita di umanità.

Giulio ha quarant’anni e una vita apparentemente tranquilla. Una casa in affitto, un posto fisso, un’auto acquistata a rate, una figlia ribelle ma simpatica e un bimbo dolce e sognatore, una moglie che ama e che tradisce. Giulio viene scoperto e lasciato e la sua favola improvvisamente crolla. Ma cosa accade ad una coppia che ai nostri giorni “osa” separarsi?

Il divorzio è per i ricchi, quelli come noi non se lo possono permettere!“, è la battuta chiave di questo film, che ritrae la crisi economica e la precarietà sociale che incide sulle famiglie italiane.

È probabile che lo stesso Zavattini non avesse immaginato un simile revival dello spirito di quest’Italia, catapultata improvvisamente in metropoli di sordide stanze in affitto gestite da altrettanto laide locatrici. Umberto D è ancora vivo, e ci appartiene.

Domenica 1° dicembre – ore 18.00, la Rassegna si chiuderà con la proiezione di Monsieur Verdoux, un film di Charles Chaplin (con Isobel Elsom, Charles Chaplin, Martha Raye, Mady Correll, Allison Roddan – USA 1947 – vers. orig. con sott. it.)

Un bancario francese disoccupato sposa e uccide ricche signore sole di cui eredita i beni per mantenere la sua famiglia.

È il penultimo capolavoro di Chaplin, e il suo film più controverso, il culmine della sua satira. “Ghigliottinate Charlot! Per obbligare la società a commettere questo errore, Chaplin ha rivestito il simulacro del suo contrario” (A. Bazin). Le scene con la Raye sono di una comicità travolgente.

“Il più intelligente e brillante dei miei film”, dichiarò senza falsa modestia Chaplin. Certamente il più discusso e controverso della sua irripetibile carriera.

Io dovevo fare Monsieur Verdoux. Dovevo lanciarmi in quest’assalto contro la meschinità umana. Ho voluto dar la prova che l’umorismo e la crudeltà non possono stare l’uno senza l’altra, che l’umorismo non è una semplice burla, che non avrebbe ragione di esistere senza un significato sociale” (C. Chaplin).

 

Per tutte le serate: entrata con tessera e sottoscrizione